LA NOTTE
DEI MUSEI
Museo Sanna
Sassari
Anomale Presenze
E’ una sorta di collegamento fra
il nostro tempo e il passato.
Nella notte del 19 Maggio 2012 i
visitatori potranno vedere esposti manufatti provenienti dai diversi laboratori
che caratterizzano il corso di studi del Liceo Artistico: Arti figurative,
Architettura e ambiente, Design, Audiovisivo e multimedia
e Grafica.
Il ‘dialogo’ che si vuole creare
attraverso l’anomala presenza di ‘oggetti’- essi stessi -‘anomali’, quali
piccole sculture dipinte a mano, che rappresentano personaggi a volte
‘grotteschi’ e che fanno parte in alcuni casi di un mondo immaginario, o di ‘oggetti’
‘raffinati’, perché eseguiti dopo una accurata progettazione e/o con materiali
più pregiati, è finalizzato a stupire il pubblico animando un luogo, il Museo
“Sanna”, destinato, sin dall’origine, ad accogliere nelle sue sale, opere di
interesse storico-artistico-archeologico ed etnografico. Fanno parte integrante
dell’esposizione temporanea prototipi di
oggetti d’uso comune, quali forbici, forchetta, coltello ecc., progettati con
l’ausilio di software modellatori di solidi e realizzati in legno o altro
materiale (corian) con l’ausilio di una macchina speciale, prototipatrice;
moduli in legno multistrato lavorati con la tecnica del traforo che,
componibili a incastro (cioè senza l’uso di colle, viti, ecc.), dànno vita ad
un oggetto, come ad esempio una lampada, frutto di uno studio che unisce i
valori plastici a quelli architettonici; un modellino creato per un progetto
rispettoso dell’ambiente, intitolato Utilizzo
funzionale di un’area libera della città (Sassari), il quale prevede
strutture ricreative per i ragazzi con spazi ‘coperti’ per incontri culturali, mostre,
biblioteca, ecc. e aree esterne ciclabili tra verde e corsi d’acqua; sculture
di carta – origàmi - ispirate alle opere di Alighiero Boetti ecc.
Dunque, non si tratta di un
itinerario in cui è prevista una individuazione tematica e/o temporale degli
‘oggetti’, ma di un effetto “a sorpresa” e di “straniamento” dal mondo reale.
I visitatori sono invitati
semplicemente a seguire, attraverso le sollecitazioni visive determinate dall’installazione
temporanea degli oggetti-manufatti, un percorso immaginario, “sorpresi ora da
faccine dallo sguardo stralunato che appaiono nelle vetrine, ora da un vestito
‘improbabile’, perché realizzato con la carta, o ‘probabile’, ecc.” A questo
proposito è bene sottolineare il fatto che alcuni abiti esposti per l’occasione
nelle sale del Museo sono stati realizzati non con tessuti ‘preziosi’ ma con
materiali di ‘riuso’, quali pizzi scovati nel classico baule della nonna,
vecchie tende, scarti di plastica in luogo di luminose paillettes, ma anche con originali pezzi lavorati al telaio che
conservano forti legami con la tessitura sarda tradizionale.
Certo la scelta dei lavori dei
ragazzi non è del tutto casuale perché gli oggetti, se pur ‘diversi’, seguono
la disposizione eterogenea dei reperti contenuti all’interno del Museo. Ad
esempio accanto agli idoletti raffiguranti la Dea Madre (cultura Bonu
Ighinu), si possono ammirare statuette di piccole dimensioni in cotto, in
alcuni casi policrome, che ripropongono la ‘bellezza’ della figura muliebre in
chiave contemporanea: ‘veneri’ strettamente legate al concetto di fertilità e
maternità si traducono in forme steatopigie, altre, tendenti ad una femminilità
più romantica, ricordano, per i colori puri del loro abbigliamento, le donne in
costume sardo, ecc.
Inoltre, l’aspetto ‘bizzarro’ può
essere dato dalla presenza, accanto ad una scultura acefala in marmo, di una
testa in gesso, che certo non ha alcun nesso stilistico o cronologico con la
statua, o di opere che riproducono dei personaggi dei fumetti come Pen o i
Simpson che, per una notte, diventano protagonisti al pari dei reperti cioè entrano
a far parte dell’esposizione museale.
Dunque, l’idea è nata non solo
come operazione artistico-espressiva ma come pretesto per far comprendere
all’osservatore l’attualità del fare ‘manuale’ dell’artista-artigiano cioè
dello scultore, del pittore, dell’architetto, del grafico, del designer, ecc.
che deve confrontarsi con la contemporaneità.
Nonostante le nuove tecnologie,
infatti, i linguaggi contemporanei continuano a fare uso del sapere millenario
dell’artista-artigiano, il quale, come per il film d’animazione di Tim Burton, La sposa cadavere, del 2005, si trova a
dover utilizzare la sua professionalità per creare un pupazzo di plastilina
dalla testina ‘deforme’.
I giovani sono sempre più
attirati dai media e il bisogno che si sente è quello di insegnare loro le
tecniche del ‘gioco’. La pubblicità ormai ha assunto un ruolo fondamentale
nella comunicazione di massa ed ecco dunque apparire tra gli oggetti proposti esempi
di packaging cioè confezioni
destinate alla serialità, che, oltre
alla funzione protettiva, hanno il compito di rappresentare iconicamente il
prodotto in esse celato.
Anomale presenze, oltre a voler ricreare una atmosfera magica tra
le testimonianze del passato e del presente, vuole essere un’occasione per
ridestare nei giovani la voglia di riscoprire un luogo, quello del Museo,
troppo spesso dimenticato o forse mai conosciuto… e riappropriarsi del loro
patrimonio culturale.
Gli alunni del Liceo Artistico
hanno prodotto le loro opere, tenendo presente il problema del ‘mutamento’
dell’operare artistico, utilizzando al meglio e nei diversi settori la loro
creatività nel processo di riproduzione degli oggetti.
Il Liceo Artistico è un
importante luogo creativo nel cuore della città di Sassari e i docenti possono
essere considerati i ‘trasmettitori’ del ‘sapere’ e del ‘fare manuale’, gli
alunni i produttori di oggetti ‘polifunzionali’,
senza escludere degli stessi la valenza artistica, e la scuola la loro ‘teca’.
Franca Mascolo